Circa l’ottanta per cento degli islandesi crede nell’esistenza di un “popolo invisibile” o quantomeno non nega la possibilità che questi esseri esistano.
Sicuramente le radici pagane delle tradizioni di questo popolo, sono la motivazione di queste credenze, come la lunga convivenza con una natura forte e misteriosa.
Per molto tempo nessuno è stato capace di spiegare razionalmente fenomeni prepotenti e spesso imprevedibili come le eruzioni vulcaniche sotto i ghiacciai, i soffioni sulfurei o le pozze termali.
Per molto tempo l’Islanda è stata isolata dal resto del mondo, per i contadini che passavano lunghi e bui inverni in fattorie isolate l’idea di convivere con altri esseri, seppure invisibili, era tutto sommato confortante.
Si spiega così l’orgoglio degli islandesi nel parlare dei loro elfi e il rispetto che portano loro, perché stuzzicare lo smàfolk (piccolo popolo) può avere conseguenze nefaste al limite del malocchio.
Spesso in Islanda, anche nei luoghi più deserti capita che la strada si restringa o segua un tracciato inspiegabile, se ne chiedete la spiegazione ad un islandese vi dirà che è necessario evitare una roccia a bordo strada perché abitata dagli elfi.
Diversamente dai troll scandinavi, piccoli e bruttini, quelli in Islanda hanno misure quasi umane.
Nei campi di lava si possono incontrare gnomi, elfi, fate, nani, folletti, spiriti dei monti ed angeli, le leggende che li riguardano vengono tramandate da generazioni.
Secondo queste leggende, molti cumuli di rocce e le formazioni laviche più strane, sarebbero in realtà troll, che sorpresi dalla luce si sono trasformati per sempre in pietre!
Esistono degli esperti, in Islanda, che verificano la presenza di Trolls nelle rocce nei sassi e nei massi; essi vengono chiamati ogni qual volta si renda necessario costruire un’abitazione in luoghi “sospetti”!
Mauro Scattolin
In parte tratto da “I Meridiani” Islanda anno XII n.78 pp.120