Una delle piante che incontriamo molto frequentemente passeggiando per l’Islanda è il Timo.
Come da tradizione, le pecore islandesi trascorrono l’estate pascolando liberamente nelle regioni montuose del paese e si nutrono principalmente di erbe di montagna. In particolare il Timo, ne rende ancora più ricco e delicato il sapore della carne, così apprezzata dal popolo islandese e non solo…
Tutte le specie di Thymus, spontanee e coltivate, condividono le medesime proprietà officinali.
Questa pianta fiorisce da maggio a giugno
Nome scientifico: Thymus sp.
Famiglia: Lamiaceae (o Labiate)
Nomi volgari: serpolino, pepolino.
Etimologia: Thymus deriva dal greco “thymos”, derivato de “thyein” = profumare, perché le piante di questo genere sono aromatiche.
Il Timo è un arbusto della famiglia delle Labiate, come il rosmarino e la lavanda, ed è originario della regione mediterranea. Si coltiva nella maggior parte delle zone temperate del mondo. Le piccolissime foglie, molto aromatiche, possono essere di colore verde chiaro, verde brillante o dorato, ma anche grigio o argento, e talora sono ricoperte da peluria. I fiori sono raccolti in piccole spighe e hanno colori che variano dal bianco al cremisi passando per la gamma del rosa e del lilla.
NELLA STORIA
I Greci ritenevano che il timo infondesse coraggio e i soldati ne strofinavano le foglie sul petto prima di andare in battaglia.
I Romani lo univano all’acqua del bagno per riceverne vigore, forze e coraggio.
I medici arabi Avicenna e Averroè la utilizzavano come antiveleno, antireumatica ed antitosse.
Per il filosofo Gian Battista della Porta quest’erba, se strofinata od odorata era in grado di rendere gli uomini immuni dalle malattie e di assicurare loro una lunga vita.
Alberto Magno la considerava utile come sedativo ai malinconici ed agli epilettici.
Durante lo consigliava per combattere i vermi, espellere il sangue rappreso dal corpo, contro lividi ed ecchimosi e nelle infiammazioni del nervo sciatico.
PROPRIETA’
Del timo si usa la parte aerea che si raccoglie in estate, si essica all’ombra e si conserva in recipienti ermetici.
E’ un ottimo rimedio nelle bronchiti acute e croniche, nella pertosse e nei catarri delle vie aeree superiori in quanto antisettico ed antibatterico; viene utilizzato per uso esterno per gargarismi e collutori, impacchi ed inalazioni, o per uso interno mescolato a miele o marmellata.
L’infuso a digiuno assunto per lungo tempo funziona da antifermentativo intestinale, antiparassitario e come digestivo.
L’olio essenziale viene usato nelle micosi cutanee.
Va evitato in gravidanza perché è uno stimolante uterino.
Marina Berti