Si dice che solo i veri uomini possano mangiare questa specialità senza vomitare!
Per la produzione dell’Hakarl vengono utilizzate due specie di squalo: il Somniuosus microcephalus (squalo della Groenlandia) e il Cetorhinus maximus (squalo elefante).
La carne fresca di queste due specie non è commestibile, in quanto contiene enormi quantità di acido urico.
I vichinghi per molto tempo cercarono un modo per renderla commestibile, vista la grande quantità di queste specie presente nei loro mari; e alla fine ci riuscirono, bastava semplicemente lasciarla putrefare!
Lo squalo viene privato della testa e delle interiora e successivamente messo in una fossa scavata nella sabbia. La fossa viene riempita di ciottoli, in modo da costituire una collinetta al di sopra della quale vengono messi dei grossi massi, che servono a pressare la carne dello squalo; in questo modo vengono espulsi i liquidi.
La carne viene lasciata nella fossa per 6-12 settimane a seconda della stagione.
Una volta tolto dalla fossa, lo squalo viene tagliato in grosse strisce e viene appeso negli essiccatoi per diversi mesi, durante i quali si forma una crosta bruna, che viene rimossa prima di essere consumato.
Viene conservato in vasetti ermetici, per via dell’acre odore rilasciato.
Alcuni sostengono che il sapore sia meglio dell’odore.
Solitamente l’Hakarl viene accompagnato da un distillato di patate aromatizzato al cumino, il Brennivin (vino ardente).
Mauro Scattolin
immagini prese da internet